Autotrapianto Capelli

L’autotrapianto dei capelli è una tecnica chirurgica semplice ed efficace che permette di contrastare la calvizie in maniera definitiva con ottimi risultati.

Questo intervento necessita di un’accurata valutazione da parte del medico per escludere eventuali controindicazioni, ad esempio disturbi cardiovascolari, diabete non trattato, o problemi di coagulazione del sangue (ostacoli nella maggior parte degli interventi chirurgici).

Esecuzione dell’intervento Lo specialista individua un’area donatrice nella nuca, chiamata “corona ippocratica”, in quest’area i bulbi peliferi sono geneticamente differenti da quelli del resto della testa, in quanto sono in grado di resistere all’azione del diidrotestosterone, l’ormone all’origine della miniaturizzazione dei capelli. Una volta individuata l’area donatrice Il chirurgo, inietta sotto cute dell’anestetico leggero come la xilocaina, e procede asportando una piccola porzione di cuoio capelluto fino allo strato adiposo, dove si trovano i bulbi peliferi: la zona viene quindi suturata con una particolare tecnica chiamata tricofitica, che permette la ricrescita dei capelli molto vicino alla cicatrice, rendendo quest’ultima quasi impercettibile.

L’area prelevata viene lavata con acqua fisiologica e sezionata in unità follicolari da uno fino a un massimo di quattro capelli. Vengono quindi praticati dei piccolissimi forellini nell’area calva da rinfoltire con appositi aghi di dimensioni massime di un millimetro, si inseriscono all’interno le unità follicolari seguendo la direzione e inclinazione naturale dei capelli. Le unità follicolari con un solo bulbo vengono trapiantate nella zona frontale per creare un’attaccatura più naturale, mentre quelle con più bulbi vengono inserite nella zona posteriore per dare maggiore intensità.

In una sola seduta si possono trapiantare fino a 5000 bulbi questo permette di risolvere il problema in una sola seduta che può durare dalle 4 alle 5 ore, solo in casi dove la calvizie è particolarmente estesa, sarà necessario sottoporsi a un’ulteriore seduta non prima di 10 mesi dalla precedente. Terminato l’inserimento delle unità follicolari, la zona viene lavata con acqua fisiologica e, solo per la notte dell’intervento, è posto un apposito bendaggio per evitare che gli innesti fuoriescano dalla loro sede durante la notte.

Il mattino seguente si rimuove il bendaggio, si controllano gli innesti, si fa una prima medicazione, e si può tornare a casa e svolgere le attività quotidiane. Per la prima settimana i lavaggi saranno con apposito detergente a ph acido. Si formeranno delle microscopiche crosticine che cadranno nel giro di dieci giorni senza lasciare segni; a questo punto verranno rimossi i punti dall’area donatrice.

Dopo circa 3-4 mesi dall’intervento inizieranno a spuntare i capelli, il risultato sarà ben visibile dopo sei mesi, quando i capelli avranno raggiunto una lunghezza di tre centimetri circa.

AUTOTRAPIANTO

L’autotrapianto consiste in una tecnica chirurgica che ha lo scopo di rinfoltire il cuoio capelluto nelle aree colpite da irreversibile diradamento o ormai prive di capelli.

Si tratta sostanzialmente di ridistribuire i follicoli già esistenti, non di crearne di nuovi.

Il chirurgo preleva dei bulbi dalla nuca (area ipocratica) per poi inserirli con diverse procedure nella zona di diradamento:

  • grado di calvizie;
  • struttura e caratteristiche dei capelli;
  • struttura e caratteristiche dell’area da dove sono stati prelevati i bulbi donatori;
  • obiettivi che il paziente vorrebbe raggiungere.

TECNICHE DI AUTOTRAPIANTO

Le principali tecniche di autotrapianto sono due :

  • l’escissione di una losanga di cuoio capelluto, la più diffusa;
  • il prelievo di singoli bulbi (procedura “Fue” ossia Follicular Unit Extraction) adottata da pochi chirurghi;

praticate in entrambi i casi sulla nuca o nella zona laterale (corona IPOCRATICA).

Nella procedura  dell’escissione della losanga inizia con una suddivisione al microscopio in piccolissime unità follicolari che favorisce l’utilizzo di aghi molto sottili per creare i siti di ricezione escludendo danni vascolari e ai follicoli vicini.

I risultati di questo microtrapianto di unità follicolari hanno di gran lunga superato quelli di tecniche precedenti ed escluso il tanto temuto “effetto bambola”. Si tratta infatti di una procedura all’avanguardia che consente di ridefinire o creare la linea frontale e temporale con un effetto naturalissimo procedendo nei primi millimetri della zona frontale (5/10% circa del totale dei capelli da trapiantare) con la tecnica di microtrapianto di unità follicolari  e per il resto , a discrezione del chirurgo, con il trapianto totale di singole unità o il microtrapianto.

Oggi la chirurgia della calvizie è diventata decisamente più accessibile e di conseguenza si è diffusa notevolmente, tanto da promuovere nei medici la ricerca continua di miglioramento qualitativo e quantitativo, anche con approcci personalizzati , frutto di continue ricerche.

VISITA MEDICA E DIAGNOSI

Il medico, attraverso una prima visita del paziente, acquisisce un’anamnesi approfondita del soggetto e definisce una diagnosi della calvizie allo stato attuale ed in proiezione.

Ovviamente il chirurgo prende atto dello stato di salute del soggetto e , nello specifico, esamina le caratteristiche del capello, calcola la densità dei follicoli, nonché le dimensioni dell’area colpita da alopecia, dell’area donatrice.

STRUTTURA MEDICA

L’autotrapianto dei capelli deve essere praticato in una struttura medica legalmente autorizzata, che assicuri la presenza di un anestesista.

CHI PUO’ SOTTOPORSI AD UN AUTOTRAPIANTO

Può sottoporsi ad autotrapianto :

  • maschio o femmina con calvizie androgenetica;
  • chi vorrebbe aumentare la densità dei capelli in zone dove sono diradati;
  • chi ha delle aree cicatriziali (da intervento chirurgico, trauma o malattie della cute)
  • chi vorrebbe infoltire zone dove vi siano state ustioni.

Il chirurgo sarà particolarmente cauto con i pazienti giovani (non maggiorenni), rimandando l’intervento di qualche anno per appurare la progressione ed agendo nel frattempo con terapie conservative.

Una particolare attenzione anche all’aspetto psicologico verrà prestata in caso di calvizie femminile, in quanto, come è ovvio, questa comporta degli effetti sull’autostima notevolmente amplificati sulla donna rispetto alla calvizie maschile.

In tal caso, dopo un’analisi delle cause, il chirurgo verificherà la presenza di una sufficiente densità di bulbi nell’area donatrice e di adeguato diametro del fusto dei capelli. In caso positivo si procederà con l’autotrapianto di unità follicolari dalla zona donatrice (escludendo da questa le zone temporali, destinate a diradamento). Il chirurgo informerà in modo dettagliato la paziente sui possibili esiti dell’intervento in modo da escludere false ed esagerate aspettative, prospettandole anche la probabile necessità di riccorrervi di nuovo in premenopausa e postmenopausa , quando è alta la possibilità di perdere ulteriormente capelli.

PRIMA DELL’INTERVENTO.

Il chirurgo prescrive esami di routine che solitamente precedono gli interventi chirurgici:

  •  Emocromo;
  •  Marker dell’epatite e dell’HIV.

Inoltre si informa su:

  • Eventuali farmaci assunti dal paziente che potrebbero interagire con quelli utilizzati in fase chirurgica;
  • Eventuali allergie all’anestesia o a farmaci.

Qualche settimana prima dell’intervento viene consegnata una scheda al paziente con suggerimenti da seguire prima dell’intervento.

Viene consigliato di :

  • Non assumere farmaci analgesici o antiinfiammatori nella settimana prima dell’intervento ( potrebbero ostacolare la coagulazione);
  • Non assumere integratori;
  • Sospendere i trattamenti locali una settimana prima ;
  • Non assumere alcool nelle 24 precedenti l’intervento;
  • Consumare la colazione regolarmente la mattina dell’intervento;
  • Lavare in modo accurato i capelli il giorno stesso dell’intervento.

Giunto nella struttura il chirurgo  rivede il piano personalizzato con il paziente e procede con lo scatto di foto preoperatorie. Al paziente viene richiesta la firma del consenso informato ( come in ogni intervento).

FASI DELL’INTERVENTO DI AUTOTRAPIANTO.

FASE 1

PRELIEVO DALL’ AREA DONATRICE.

All’ingresso della sala operatoria il paziente viene sottoposto al controllo dei segni vitali (pressione sanguigna, cuore, polso e polmoni) attraverso un sensore posto sul dito.

In seguito viene somministrato un antibiotico per escludere possibili infezioni ( seppur molto rare in questo tipo di interventi).Il paziente completerà la terapia antibiotica nei 5 gg successivi.

E’ probabile anche la somministrazione di un ansiolitico per ridurre la tossicità dell’anestesia.

L’area donatrice definita SDA (Safe Donor Area), si trova nella zona parieto-occipitale, dove di norma ci sono i capelli permanenti.

Il paziente viene fatto accomodare su una poltrona simile a quella di un ambulatorio dentistico.

Con un rasoio elettrico viene accorciata a 2mm la lunghezza dei capelli nella zona donatrice (per poi poter coprire i punti di sutura con i capelli intorno). L’area viene disinfettata.

Si procede con l’anestesia locale con una siringa , che coprirà tutta la durata dell’intervento che varia dalle 4 alle 6 ore, durante le quali il paziente , essendo appunto anestetizzato localmente , potrà interagire con il medico, senza sentire dolore. Inizialmente viene iniettata nel derma profondo, e dopo qualche secondo , quando questa prima dose avrà fatto effetto, si reinietta nell’area già anestetizzata verso le due regioni parietali. In totale generalmente vengono iniettati 12ml di anestetico.

A questo punto il paziente viene fatto distendere in posizione prona con il viso appoggiato su un apposito cuscino.

Nell’area donatrice , a livello del derma e del tessuto adiposo sottocute, viene poi solitamente iniettata della soluzione salina. Ciò consente :

  • Di far sollevare leggermente l’area di prelievo e di poter praticare l’incisione senza danneggiare i vasi sanguigni e le strutture nervose sottostanti;
  • Di aumentare la distanza fra i bulbi e i capelli accorciati , agevolando il chirurgo;
  • Di aumentare la distanza fra le unità follicolari così da poterle preparare al microscopio;
  • Di ridurre il sanguinamento della zona.

L’incisione , estremamente superficiale (1/2mm) della zona donatrice viene operata dal chirurgo con un bisturi . Con una pinza chirurgica viene sollevata la striscia per visionare in modo chiaro i bulbi. Una volta prelevati i bulbi viene suturata l’area donatrice generalmente con nylon riassorbibile ( o graffette), ciò consente di non danneggiare i bulbi rimanenti. Tali punti di sutura vengono rimossi dopo circa 10gg.

Viene anche rimosso 1mm di cute del margine inferiore per favorire la crescita dei capelli all’interno della cicatrice , garantendo una guarigione praticamente senza segni visibili. Ciò , oltre al vantaggio estetico, consente, in caso si renda in futuro necessario un altro autotrapianto, di agire nuovamente nella stessa zona donatrice.

FASE 2

PREPARAZIONE DEI GRAFT E DELLE UNITA’ FOLLICOLARI

La losanga donatrice prelevata viene, a questo punto, immersa in soluzione fisiologica, in un contenitore in vetro mantenuto a temperatura di 6/10° C da del ghiaccio.

Lo staff inizia a sezionare la striscia prelevata sotto microscopio in piccolo strisce contenenti 1/2 unità follicolari. Ogni strisciolina viene poi tempestivamente introdotta nuovamente in soluzione salina .

Altri assistenti si occupano poi, sempre con l’ausilio del microscopio di ultimare la preparazione delle unità follicolari, processo che richiede alcune ore. Il paziente in questa fase attenderà seduto sulla poltrona e potrà anche ingannare il tempo guardando un film e facendo un leggero spuntino.

FASE 3

PREPARAZIONE DEI SITI DI RICEZIONE.

Con l’anestetico usato per prelevare la striscia donatrice , si procede ad anestetizzare anche l’area che riceverà i bulbi.

Inoltre , per ottenere un effetto vasocostrittore ed eliminare completamente il rischio di ematoma post intervento, si inietterà nella zona della soluzione fisiologica, dell’adrenalina e del triamcinolone acetonide.

Dopo 30 minuti, quando i farmaci avranno fatto effetto, il chirurgo procede creando i siti riceventi ( 40/50 per ogni cmq) usando delle sottilissime lame e rispettando i capelli presenti in caso di zona diradata.

FASE 4

INSERIMENTO DEI BULBI

Utilizzando delle pinzette, con estrema cautela il chirurgo prende ogni unità follicolare e la  inserisce nei siti creati, rispettando la direzione del capello corto presente. Questa fase dura all’incirca 3/4 ore ( con 2/4 assistenti che coadiuvano il chirurgo)

Nel caso il paziente avvertisse fastidio, si procede con un’integrazione dell’anestesia.

Problematiche possibili

  • Sanguinamento dei siti facilmente risolvibile iniettando della lidocaina  e dell’adrenalina e tamponando la parte;
  • Il “popping out” cioè la fuoriuscita di uno o più trapianti mentre si sta inserendo un’unità vicino; in questo caso si inseriscono in modo più rado le unità follicolari, saltando dei siti e tornandovi successivamente;

Al termine dell’intervento si procede pulendo la parte con soluzione fisiologica ed asciugando con il phon.

In tutti i siti dove è stata inserita un’unità follicolare si formerà una microscopica crosticina  che si staccheranno  insieme ai piccoli capelli trapiantati dopo circa 4/7 gg.

La crescita dei nuovi capelli inizierà dopo circa 4 mesi (1/2 cm), per poi continuare come quella dei capelli normali a 6 mesi dall’autotrapianto.

POST INTERVENTO

Ad intervento ultimato il paziente potrà uscire dalla struttura medica senza bendaggi e riprendere le normali attività quotidiane già dopo qualche ora. L’incisione sarà invisibile perché coperta dai capelli circostanti. Potrebbe avvertire ,nelle 24/48 ore successive, una sensazione di tensione della cute , risolvibile con un blando antidolorifico.

Un’accortezza sarà quella di dormire per qualche giorno in posizione semi-seduta per evitare la formazione, per altro rara, di ematomi e gonfiore frontal , anche ponendo del ghiaccio sulla fronte.

In questa fase occasionalmente potrebbe verificarsi una lieve infiammazion , simile a quella di un brufolo o pelo incarnito, intorno al follicolo trapiantato, risolvibile semplicemente applicando compresse calde.

Rarissimi sono gli episodi di sanguinamento , comunque generalmente risolvibili con una pressione diretta esercitata dallo stesso paziente per una decina di minuti.

Dopo dieci giorni il paziente si recherà dal medico per farsi togliere i punti di sutura.

Sarà cura del paziente evitare traumi nell’area ricevente per i mesi successivi all’intervento.

Come accennato in precedenza i capelli inizieranno a crescere dopo 4/6 mesi . E’ buona pratica programmare dei controlli a 3 , 6 e 12 mesi dall’intervento.

OSSERVAZIONI

REGIONE FRONTALE

Nell’effettuare l’intervento il chirurgo eviterà di creare effetti troppo densi ed innaturali nella zona frontale e terrà conto del livello di calvizie, della forma del viso , dell’età del paziente per personalizzare il più possibile il risultato.